Agli inizi della scienza moderna, circa
tre secoli fa, la fisica nacque sostanzialmente come meccanica. Alla base della
scienza sta il dogma che il mondo materiale è oggettivamente esistente, in modo
del tutto indipendente dal mondo mentale-spirituale: “quella” scienza si basa
sull’accettazione incondizionata del dualismo cartesiano. Quindi è nata
assumendo come premessa ovvia una
particolare visione del mondo, che avrebbe dovuto essere considerata al massimo
come un’ipotesi di lavoro.
La formulazione della teoria atomica ha
rafforzato la visione meccanicistica del mondo: c’erano 92 “palline” e con
quelle era costituita tutta la realtà. A cavallo dei secoli 19° e 20° salta
fuori la radioattività: gli atomi non sono indivisibili, sono fatti a loro
volta di protoni ed elettroni (in seguito, anche neutroni). Le “palline” sono
più piccole, ma non è cambiato niente: si tratta sempre di particelle
“elementari”, mattoni fondamentali che costituiscono l’universale.
Con la relatività speciale (1905), spazio e tempo perdono la loro
esistenza indipendente ed assoluta, materia ed energia diventano
intercambiabili. Con la relatività
generale (1916) anche la gravitazione entra nel gioco e viene sostituita
con la “geometria dello spaziotempo”.
La rivoluzione sembra notevole, ma siamo ancora ben legati alla visione
cartesiana. Materia ed energia sono state unificate, ma il dualismo principale
resta netto: c’è un mondo energetico-materiale oggettivo, che viene esplorato da una mente umana separata. Le entità non-quantificabili e
non-misurabili sono ancora sostanzialmente negate.
Forse il pensiero corrente ha accettato
l’unificazione energia-materia, ma non è andato oltre. Sempre di entità fisiche si tratta. La mente è un’altra cosa: essa indaga dall’esterno il mondo fisico oggettivo ed è sempre soltanto umana. Siamo arrivati così ai primi
decenni del ventesimo secolo, alle soglie di un cambiamento ancora più
radicale, tuttora in corso.
Come noto, nel 1927 Werner Heisenberg
formulò il “principio di indeterminazione”, che inizialmente
riguardava la posizione e la quantità di moto (semplificando: la
velocità) di una particella. Le due grandezze non sono determinabili
esattamente entrambe: in altre parole
se vogliamo definirne una, l’altra è indeterminata. Il principio si applica
anche ad altre coppie di grandezze, fra cui la coppia energia-tempo: se fissiamo un istante esatto, cioè vogliamo che sia nulla l’indeterminazione del tempo,
la “particella” presenta una massa-energia completamente indeterminata, il che
significa che non è niente di definibile
in alcun modo. Solo l’osservazione, cioè un aspetto mentale, può definire il fenomeno. Come noto, Erwin
Schroedinger arrivò agli stessi risultati di Heisenberg e riuscì a formulare
l’equazione che porta il suo nome: si tratta di un’equazione differenziale che
descrive l’andamento nel tempo della probabilità
di trovare una “particella” in una determinata posizione. E’ qualcosa di molto
evanescente e sfumato, ma comunque siamo ancora in grado di descrivere un
andamento nel tempo.
Nella seconda metà del Novecento lo
studio della dinamica dei sistemi portò a formulare l’idea di sistema complesso: un sistema con un
certo grado di complessità ha una evoluzione non prevedibile neanche in termini probabilistici. Nel sistema complesso si manifestano
fenomeni mentali.
Se preferite, non è un sistema di energia-materia che si evolve,
ma un ente ternario Mente-Energia-Materia. In tal mondo
riconosciamo una psiche immanente in ogni processo. Il sistema sceglie uno dei
suoi futuri possibili.
Questo
porta a concezioni non-antropocentriche, ad un sottofondo di pensiero animista-panteista. Ci
troviamo in un mondo naturale fatto di entità anche mentali, senza alcun
confine preciso. Il filone di pensiero che abbiamo seguìto ci fa ritrovare in un mondo
che riscopre lo spirito dell’albero, della palude, del torrente.
L’etica deve riguardare tutta la Natura.
Uno dei compiti principali delle religioni dovrebbe essere quello di
dare visioni del mondo e prescrizioni etiche che indicano come mantenere la
Terra in buona salute: dovrebbero diffondere l’empatia e l’amore verso gli
esseri senzienti. E’ quindi evidente che, per avere un
profondo senso del sacro, non è necessaria l’idea di un Dio personale ed esterno al mondo, che si
occupa solo degli umani, come nelle tradizioni nate nel Medio Oriente.
L’evoluzione
del pensiero che abbiamo seguìto ha come sequenza: Relatività–Fisica quantistica –
Indeterminazione – Dinamica dei sistemi complessi – Mente degli esseri
senzienti.
La
concezione che tutta la Natura è anche Mente, che richiama le idee
animiste-panteiste di molte culture umane, è incompatibile con l’attuale
civiltà industriale, in cui si richiede la manipolazione di materia “inerte”. I guai del mondo sono causati dall’attuale visione antropocentrica.
L’unica soluzione reale è abbandonarla: dobbiamo sviluppare una visione ecocentrica, che è appunto quella
dell’Ecologia Profonda.
Guido Dalla
Casa (Movimento
Italiano per l’Ecologia Profonda)
Per approfondire: