lunedì 10 febbraio 2014

GIANLUIGI PARAGONE: Re Giorgio e Principe Monti. Emerge la Verità.




Com'è quella storiella che Napolitano sarebbe un presidente perfettamente in linea con la Costituzione? E che, di contro, chi sostiene il contrario lo fa per odio politico o ignoranza?
Ecco, il racconto di Friedman sui primi abboccamenti tra il Capo dello Stato e Mario Monti (prima della nomina a senatore a vita) conferma quello che già sarebbe sotto gli occhi di tutti: Re Giorgio pensa di essere in una Repubblica di tipo presidenziale dove i governi dipendono dal Quirinale e non dal parlamento. Quest'ultimo arriva dopo, come notaio. 
Mettendo in controluce siffatto scenario si vede la ragnatela di rapporti imperante in Italia e che ha in Mario Draghi il regista più forte. Mario Monti DOVEVA diventare il premier italiano. A prescindere. E non c'entrava nulla lo spread, la crisi e lo strappo nella maggioranza. Altri poteri (basterebbe guardare il curriculum del bocconiano) avevano deciso di prendersi l'Italia e di sacrificarla sull'altare delle speculazioni finanziarie.
Napolitano, voleva decidere lui. Come Presidente Re. Come politico che si ritiene migliore di tutti gli altri. Napolitano voleva superare il parlamento per imporre le larghe intese. Il tecnicismo che supera la politica. Il garante della Costituzione aveva deciso di interpretarla a suo modo. In un modo... regale.



dalla pagina facebook
del giornalista

1 commento:

  1. Caro Gianluigi,
    ho seguito, incredula, la sua uscita dal "bozzolo" di Matrix un po' di tempo fa. Che dire? Galeotto fu il buon Messora e più non vi fermaste :-)
    Vorrei farle i miei complimenti per il coraggio e la determinazione nel cercare un altro "sè stesso" di cui andare orgoglioso...non è mai troppo tardi e glielo dice una persona che lo fece con qualche anno in più rispetto a lei.
    Continui così, che noi facciamo il tifo. Sofia Astori.

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