Mentre ovunque in Europa vincono le ragioni della protesta e
della alternativa politica e culturale gli italiani ci dicono, quantomeno
coloro che si sono recati a votare, che la crisi è immaginaria, che l’austerity
è una manna per le famiglie e che, tanto per guardare allo scenario italiano, la sospensione dei diritti democratici dal Novembre 2011 a oggi (tre
governi da allora NON eletti dal popolo) rappresenta l’apoteosi della libertà
di una nazione ed anche una ricetta insuperabile per rilanciare lo sviluppo e l'equità sociale.
Si può naturalmente discutere se chi ha votato negli altri
stati europei abbia affidato le chiavi dell’alternativa alle persone giuste, ed
almeno in alcuni casi è piuttosto evidente che non è stato così. Ma un segnale, anche se in maniera scomposta, è stato dato.
In Italia no e credo francamente che invece che scomodare le
categorie della analisi politologica sia necessario fare riferimento alle tare
storiche di un popolo che ama essere assoggettato, lamentarsi senza fare
assolutamente nulla perché le cose cambino, un popolo soprattutto privo di
slancio e di grandezza secondo cui il massimo principio, come insegnano i
genitori borghesi ai propri figli, è “non farsi riconoscere e non dire cose
sconvenienti”.
E’ dunque la vittoria di Matteo Renzi (una vittoria da noi
pronosticata nel lontano 2012 quando il popolo mutante del PD l’aveva eletto a “male
assoluto”), ma soprattutto è il vero trionfo della DC, intesa come mentalità di
branco, come partito dell’impiegato Fantozzi che china la testa, magari inveisce
con la moglie quando torna a casa, ma poi la nazionale vince una partita, gli
si promette qualche cazzata oppure gli si danno 80 euro pre-elettorali (…) e tutto torna ad
essere roseo. Vite inutili, prive di valore.
Gli effetti di questa mentalità perniciosa per chiunque
voglia provare ad immaginare una vita migliore saranno disastrosi non tanto sull’elettorato
di ordine, la rediviva maggioranza silenziosa che si vergogna del proprio voto
tanto da non confessarlo ai sondaggisti, quanto sull’eventuale spazio di
alternativa. Per dirsela chiara chiara è facile immaginare che da oggi l’unico
movimento che poteva incarnare, per numeri e forza, un nuovo paradigma
politico, ossia il Movimento 5 Stelle sarà sottoposto ad un fuoco di fila che
ne condannerà “estremismo, violenza, urla etc… etc…” indicando la via per
uscire dall’impasse, ossia una normalizzazione, divenire una pacata coscienza critica
della politica vecchio stampo, opzione che se fosse seguita dal movimento ne
segnerebbe la fine politica immediata. Certo è vero che per un popolo di
vigliacchi e servi capaci di consegnare la chiavi di casa in maniera così
smaccata alla troika probabilmente sarebbe premiante vedere un M5S fare
alleanze col PD, ma politicamente sarebbe la conclusione di un percorso.
Mi ero illuso, in questi giorni, vedendo decine di
intellettuali (intellettuali, non pennivendoli di regime…), persone che si
astenevano da lunghissimo tempo, impegnarsi per un voto al movimento guidato da
Grillo, ma è facile adesso rendersi conto che questa era solo la dimostrazione
che una politica portata avanti in maniera giustamente intransigente sia
patrimonio solo di una minoranza.
Nanni Moretti nel fatto di trovarsi d’accordo con una
minoranza amava crogiolarcisi ai tempi dell’ascesa berlusconiana, adesso
cambierà certamente idea (sia pur con l’”odiato” Renzi), noi invece ritenevamo e riteniamo
che un movimento di alternativa debba lottare per conquistare una egemonia. Ma
questo deve avvenire senza lasciare indietro nulla delle proprie specificità e
senza cadere nel trucco di diventare “utile idiota” al servizio del sistema come
è capitato negli anni a miriadi di formazioni di sinistra come di destra.
Mentre l’Europa si risveglia ci attendono qui tempi
durissimi, nessuno è più autorizzato a lamentarsi poiché ancora una volta gli
italiani la testa dentro il cappio l’hanno messa di loro spontanea volontà. Per
quelli come noi non resta che l’espatrio, sono troppe le battaglie perdute e
gli anni di totale marginalità.
Non è escluso, come da più parti paventato, che vi siano stati dei brogli, facili da commettere con i conteggi "elettronici". Non capisco a questo punto perché nessuno pianta una grana... alcune "rivoluzioni" colorate sono partite così. O forse capisco troppo bene: non c'è nessuna Potenza interessata alla sovversione dell'"ordine costituito" e che paghi perciò i "pacifici dimostranti"...
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