Se c’è una figura italiana che
più di altre ha rappresentato tutte le peculiarità dei movimenti underground in
Italia è senza dubbio quella di Angelo Quattrocchi.
Ogni sua manifestazione
editoriale, politica e artistica, sempre in piena rottura con gli schemi
precostituiti, s’è sempre sviluppata per piccoli passi, presto affidata su
lunga distanza a quel tam-tam tipicamente underground che era ed è il caro,
vecchio fenomeno del “Passaparola”.
Soprattutto agli albori, quando
la “rete” non esisteva, ed ogni iniziativa si muoveva in ambito anche
internazionale solo grazie agli sforzi di quella “Setta di Insetti” che era la
comunità underground, misurando le distanza tra persone in chilometri e
giornate di viaggio, e non in Bytes al secondo. Ogni passo era un passo reale.
Ma erano passi decisi, fatti in
direzioni precise, immaginando orizzonti ampi, ma ben delineati.
Fino a realizzare un mondo
culturale ed editoriale pressoché unico in Italia, prima con il fenomeno di
Stampalternativa, e poi con l’editore Malatempora.
Nel mezzo, una serie sterminata
di iniziative provocatorie, folli, scellerate e giocose, a volte dal piglio
egocentrico tipico di Angelo, ma sempre decisamente efficaci.
Basti pensare alla oramai storica
Lista Ippi, presentata alle elezioni politiche del 1972 insieme a Marcello
Baraghini, con la complicità artistica di Matteo Guarnaccia per la
realizzazione del noto simbolo di partito.
Oppure alla diffusione di testi
decisamente scomodi per le epoche in cui Angelo decise di spingerli nelle mani
dei lettori come benevole bombe emotive pronte ad esplodere per espanderne la
coscienza. Penso, ad esempio, ai titoli “E
quel maggio fu rivoluzione”, uscito a ridosso del maggio francese, “Come e perché difendersi dalla TV”, “Oltre la gelosia, l’Amore”, tutti
scritti di suo pugno, ma anche ad una valanga di altri titoli e di altri autori
che Angelo ha promosso e distribuito con le sue edizioni, dedicati alle
tematiche dell’omosessualità, del vegetarianesimo, dell’incubo del G8 di
Genova, e delle utopie comunitarie e movimenti hippi negli anni Settanta.
Tutto materiale che oggi, in
tempi di piena crisi ideologica, è possibile riscoprire attualissimo grazie al
catalogo di Malatempora (http://www.malatempora.com
).
Tutto quanto fin qui accennato è solo
una piccola parte di quello che Angelo ha realizzato in una quarantina d’anni
di militanza nelle prime file del movimento Underground internazionale ( Ha
scritto e ravvivato anche testate underground oltre confine quali ad esempio OZ ). In rete è possibile trovare ampia
documentazione in proposito, e meglio ancora sarebbe leggere il paragrafo
dedicato ad Angelo nel libro Underground
Italiana di Matteo Guarnaccia per farsi un’idea precisa sulla sua vita dal
punto di vista artistico ed editoriale.
Ma qui vorrei ricordare e
celebrare Angelo, che non ho avuto occasione di conoscere personalmente, ma
tanto mi è caro per quanto sopra accennato, anche per quel che ha saputo
rappresentare dal punto di vista personale, oltre che editoriale.
I due punti di vista, in effetti,
convergono, come accade per le persone che esprimono coerenza in tutto e per
tutto, dono più unico che raro di questi tempi.
Così accade che se si cerca in
rete su canali nemmeno tanto alternativi, ci si imbatte in diverse
testimonianze di amici di Angelo che ne descrivono gli aspetti più personali,
per scoprire con positivo stupore che l’uomo e l’editore erano davvero la
stessa persona.
Una persona spesso egocentrica, genuinamente
schietta, a volte benevolmente polemica, difficilmente disposta a capitolare, ma
che sviluppava queste caratteristiche per diffondere idee ed arricchire il
pensiero degli altri, non certo per autocelebrarsi.
Tra i ricordi più personali (ma
non dimentichiamolo, negli anni Settanta si diceva che “Il personale è
politico”, e mai come oggi questo è ancora vero…) troviamo i racconti di amici
che hanno partecipato agli incontri che Angelo teneva regolarmente a casa
propria, aperti a chiunque avesse voglia di mettersi in gioco in un naturale
fenomeno di scambio culturale, intellettuale, emotivo e fisico senza alcun
limite precostituito se non il rispetto per sé e gli altri.
Una casa letteralmente sempre
aperta, laddove l’apertura era intesa in senso strutturale ed attitudinale.
Tanto l’attività di editore ed
agitatore controculturale quanto i gesti più personali insieme a molti altri
dettagli della vita di Angelo hanno insegnato a diverse generazioni recenti
come muoversi e sopravvivere combattendo pacificamente, ma con grande forza, le
regole dell’establishment editoriale e non.
Quando si dice “Una vita vissuta
nell’underground”, non si può non pensare ad Angelo.
La sua dipartita però, è avvenuta
nel 2009 per una malattia che l’ha consumato piuttosto rapidamente, in un modo
stranamente silenzioso, senza i clamori e i riconoscimenti ufficiali che pure
un ambito sotterraneo e non allineato avrebbe dovuto riservargli.
Per questo le mie poche righe
rappresentano semplicemente l’intenzione di non dimenticare una figura che a
distanza di anni dalla sua scomparsa continua a sopravvivere attraverso il duro
lavoro dell’editore Malatempora, del quale Angelo rappresenta ancora in pieno
lo spirito.
La presentazione dell’editore
tratta dal sito ufficiale che riporto qui sotto è piuttosto eloquente:
Chi siamo:
Il fondatore è
Angelo Quattrocchi, vecchio, indomito scrittore che fu beat e hippie a Londra e
in California e inseguitore di rivoluzioni (il primo dei suoi molti libri
"E quel Maggio fu: Rivoluzione!" e' ancora in catalogo dopo 40 anni).
Dopo una vita di giornali underground in giro per il mondo (il mitico
"OZ" magazine della Londra anni '60, "Berkeley Barb",
"L.A. Free Press") con la fine del secolo mette in piedi questa
editrice. Gli si affiancano il controeconomista Domenico De Simone e Romano
Nobile presidente della ARES. La mitica Maya fa da webmistress. Poi arriva il
giovane Stefano, colonna operativa, sfegatato romanista (nessuno è perfetto) e
autore con una visione critica di molti nostri libri di calcio , e infine la
libraia Silvia Ianniello, autrice di "Coca Cola No!"...
Evitiamo ruoli e schemi quanto possiamo, in una dimensione artigianale (20 libri all'anno circa) che ci consente rapporti e amicizie di una cultura alternativa vissuta già qui ed ora tra noi. Non abbiamo né padroni né padrini, né pratichiamo linee ideologiche: siamo movimentisti. Ed è per questo che ci troverete poco sui giornali, anche di sinistra. Chi ha interesse per noi segua il sito, il magazine e ci stia vicino. È impresa esaltante, ma difficile, la nostra.
Evitiamo ruoli e schemi quanto possiamo, in una dimensione artigianale (20 libri all'anno circa) che ci consente rapporti e amicizie di una cultura alternativa vissuta già qui ed ora tra noi. Non abbiamo né padroni né padrini, né pratichiamo linee ideologiche: siamo movimentisti. Ed è per questo che ci troverete poco sui giornali, anche di sinistra. Chi ha interesse per noi segua il sito, il magazine e ci stia vicino. È impresa esaltante, ma difficile, la nostra.
Cosa facciamo:
La disperazione per il presente e la
ricerca di percorsi di radicalità nella landa desolata delle idee usate ci ha
spinto a questa editrice. Che ha 8 anni e più di 100 libri di controcultura, di
movimento, di controeconomia, di underground e psichedelia, di fiction dura, di
erotica e aforismi, barzellette e fumetti. Un filo rosso li lega: una visione
alternativa del vivere, nel politico e nel personale, contro il pensiero
dominante del 'produci, consuma, crepa'. Ogni libro vuole essere un sasso nello
stagno putrido dell' immaginario del potere, fatto di TV coatta, di menzogne
mediatiche.
Dove siamo:
Siamo in circa 4OO/5OO librerie italiane. Promossi e distribuiti da CDA.
Che vuol dire?
Che i promotori di CDA vanno nelle librerie, mostrano la copertina e chiedono: quante copie?
Tre mesi dopo noi abbiamo i risultati e pubblichiamo il libro (qualche volta siamo costretti a bocciarlo... lunga storia). La distribuzione ci prende il 6O%, a noi rimane il 4O%, dal quale togliamo il costo della 'cosa', il compenso degli autori. Poi c'è Nda, Il Nuovo Mondo di Marcello Pamio, la rivista "Nexus" e Golden Books che ci vendono direttamente. Non facciamo la Fiera di Torino e neppure quella di Roma, cerchiamo però di partecipare il più possiile alle piccole fiere (Pisa, Foggia, Modena...) per incontrare amici sparsi per l' Italia e conoscere i nostri lettori.
E poi siamo 'sul sito' dove ci leggete, e dal quale potete comprare i nostri libri, spediti gratuitamente, e scontati del 2O% se ordinati via mail. Purtroppo non possiamo scontare gli ordini via Paypal perché in questo caso paghiamo una commissione.
A noi un libro venduto on line vale due perché così arriviamo dove non arriveremmo mai. Nonostante amiamo i librai (ma non le grosse catene, che consideriamo librifici), sappiamo che è il rapporto diretto tra editore e lettore che ci aiuta a sopravvivere.
Anche per questo abbiamo messo nel sito un magazine, e rubriche che fanno controcultura, insieme ai libri stessi.
Che i promotori di CDA vanno nelle librerie, mostrano la copertina e chiedono: quante copie?
Tre mesi dopo noi abbiamo i risultati e pubblichiamo il libro (qualche volta siamo costretti a bocciarlo... lunga storia). La distribuzione ci prende il 6O%, a noi rimane il 4O%, dal quale togliamo il costo della 'cosa', il compenso degli autori. Poi c'è Nda, Il Nuovo Mondo di Marcello Pamio, la rivista "Nexus" e Golden Books che ci vendono direttamente. Non facciamo la Fiera di Torino e neppure quella di Roma, cerchiamo però di partecipare il più possiile alle piccole fiere (Pisa, Foggia, Modena...) per incontrare amici sparsi per l' Italia e conoscere i nostri lettori.
E poi siamo 'sul sito' dove ci leggete, e dal quale potete comprare i nostri libri, spediti gratuitamente, e scontati del 2O% se ordinati via mail. Purtroppo non possiamo scontare gli ordini via Paypal perché in questo caso paghiamo una commissione.
A noi un libro venduto on line vale due perché così arriviamo dove non arriveremmo mai. Nonostante amiamo i librai (ma non le grosse catene, che consideriamo librifici), sappiamo che è il rapporto diretto tra editore e lettore che ci aiuta a sopravvivere.
Anche per questo abbiamo messo nel sito un magazine, e rubriche che fanno controcultura, insieme ai libri stessi.
Mi piacerebbe che qui, tra le
pagine di questo progetto editoriale che ad Angelo sarebbe probabilmente piaciuto per l’apertura a tutto campo degli
argomenti, degli interventi e degli scambi di vedute, si potessero raccogliere oggi, all’inizio di
un 2014 le testimonianze e i pensieri di chi anche solo per un attimo, nelle
condizioni più disparate è entrato in contatto con Quattrocchi e che questo
post non passasse sotto silenzio, come in fondo è accaduto per la scomparsa di
questo grande intellettuale del secolo scorso.
Sul finire degli anni Settanta, sul crinale tra cosiddetta minore età e maggiore età, mi capitò tra le mani il libro "Underground A pugno chiuso!" e scoprii il linguaggio vivo e fresco di Angelo Quattrocchi. Fu una bella scoperta...libertaria.
RispondiEliminaRettifico ciò che ho scritto prima. Il libro di Angelo Quattrocchi s'intitolava "Italia alternativa"....mentre "Underground a pugno chiuso" era di Valcarenghi. Scusate.
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