Oggi
è comune notare l’ impasse culturale in cui si versa (e si
“sversa”...), l’ inefficacia profonda di opposizioni di mere parole,
dove si “abbaia alla Luna”, senza poi avere delle “ricette” diverse da quella
dominanti, che poi sarebbe lo scopo vero. Infatti, tu, ad una serie epocale
di fallimenti, non ti puoi opporre con la “protesta”, ma devi fornire
modelli alternativi.
Cosa
che oggi è impossibile: non se ne vedono, al massimo son permutazioni o fasi
meno “avanzate” nella direzione della dis-soluzione.
Allora
– giunti ad un tal punto terribile d’ impasse mondiale (dico mondiale,
quindi non solo gli Usa ma il mondo intero, Usa compresi, ovviamente:
ma, per favore, qualcuno informi qualcun altro che gli Anni Settanta son
passati) – a questo punto giunti, facciamo un po’ “il punto” della
situazione e cerchiamo d’individuare il “meccanismo mentale” del controllo.
Solo di qui si può concretamente partire, con un minimo d’efficacia iniziale.
Oggi
ci sta una cosa, un dissenso, vero o apparente che sia, e si prende posizione
in base a questa cosa qui che appare: è sbagliato. Prima cosa, io ti cambio il
paesaggio dell’opposizione, te lo **contro-interpreto**, e poi – poi
- prendo posizione in base a ciò che **io** reputo il paesaggio della
lotta.
NON
MI FACCIO MANIPOLARE IN BASE AD UN’OPPOSIZONE CHE E’ COSTRUITA ARTATAMENTE. Il
che mi libera nelle scelte, perché sarò disponibile a prender partito – ma tatticamente
e non mai strategicamente – in base a ciò che reputerò
importante, non perché io venga manipolato di qua e di là.
Strategia
è la visione di lungo periodo, che oggi manca[1].
La
tattica è prender posizione in base alle convenienze del momento, una tattica
può contraddire la strategia i un determinato ambito e momento. Ma non può
avvenire l’inverso, per la semplicissima ragione che appartengono a due ambiti
e piani diversi, e gerarchicamente strutturati, dove la strategia è più
importante della tattica. Solo apparentemente in modo paradossale, questo fatto
libera la tattica e la rende duttile.
Viviamo
un momento di grande superficialità. Ma perché mai il risorto
nazionalismo orientale sarebbe un’alternativa all’America, l’America cosiddetta
“potentissima”: ma se da dieci anni non ne hanno imbroccata una! E alla fine
son tornati alla “guerra al terrorismo”. Ma perché? Perché non se n’è mai
usciti fuori, salvo “virtualmente”, quel “virtualismo” così poco virtuoso
che impesta la “nostra” tanto stupida epoca.
Uno
dei pochi, pochissimi, a capire che il meccanismo di controllo era quello
dell’opposizione, la mentalità hegeliana della contraddizione, seguita da una
“sintesi”, falsa però, perché manipolata, fu Anthony C. Sutton[2].
Particolarmente importante è l’Introduzione (dell’edizione del 2002) ad America’s Secret Establishment: An
Introduction to the Order of Skull & Bones (1983, 1986, 2002)[3],
dove parla del meccanismo della falsa opposizione: “falsa” non perché non
sia una vera opposizione e non generi lotte vere, ma perché non
tocca il punto nevralgico, cosicché sia sempre possibile di fornire una
“falsa” sintesi.
Per
tirare le somme: “L’Arte della Guerra è l’inganno” (Sun Tzu). Quindi una
serie di poche frasi da stamparsi sul muro:
1.
Non credere ad un’opposizione che si vede: non è mai lì il punto;
2.
Strillare non risolve, piuttosto analizza con calma;
3.
Ragiona con la tua testa, riscopri la tua libertà di pensare secondo linee
diverse da quelle che ingolfano le maggioranze: le maggioranze sono manipolate
ma credersi “alternativo” non garantisce proprio nulla, se prendi posizione in
base a ciò che appare;
4.
Se devi prender posizione, fallo, ma tatticamente, e sempre
temporaneamente;
5.
La strategia supera le tattiche; la visione globale supera i
fatti singoli, il pesce grande si mangia il pesce piccolo, la Grande Onda[4]
ingloba le piccole ondine: non dimenticarlo mai; se l’avrai dimenticato
lo farai a tuo rischio e pericolo, abbaiare alla Luna servirà solo a scocciare
gli altri, ma non risolverà nulla.
La
guerra sta nel cuore degli uomini, ed è lì – solo lì - che si vice o, com’è
accaduto agli “alternativi”, si perde.
Mezzi sono importanti, ma solo se c’è strategia. Mezzi a iosa ma senza
strategia è l’Occidente acefalo che, come un cefalo, impesta il mondo. “Ancor
prima che insanguini la mia spada, il nemico si è arreso” (parafrasi di
Volkoff di Sun Tzu [Sunzi in una differente traslitterazione degli stessi
suoni]). E questi si son già arresi, nel momento in cui hanno accettato il
paesaggio dell’opposizione che loro veniva offerto. Si sa, Pandora è la
peggiore, le fiabe son piene di regali avvelenati. “Stai attento a ciò che
desideri”, dice il noto adagio, “perché potresti ottenerlo”; chiaramente non
nella forma che ti attendevi...
Bisogna
smetterla di essere superficiali e seguire i 5 punti.
“Nell’arte della guerra, la suprema raffinatezza è
combattere i piani del nemico”
(Volkoff/ Sunzi).
“Coloro che sono esperti nell’arte della guerra
sottomettono l’esercito nemico senza combattere” (idem). “Prendono le città
senza dare loro l’assalto e rovesciano uno Stato senza operazioni prolungate”
(id.). Si applichi questo alle “strategie” americane: guerre lunghissime[5],
spesso perdenti o perse, poi mi si dica della “grande potenza”: si son ridotti
a questo, e devono farlo ormai, non vi è più scelta, ma l’errore sta a
monte. Dell’Europa non parlo: non c’è nulla da dire.
[1] E per favore, non uscitevene con “si voterà su Internet nel 2030”
perché questo non è altro se non il “tecnottimismo” che è una delle principali
cause dell’ impasse attuale. E cioè quella direzione in cui siamo e che
ha dissolto le società, ma non tutte allo stesso modo, oh no! l’Occidente
indecente ben più di altre! Ed ecco la radice – vera – dei problemi di oggi,
altro che continuare sul “tecnottimismo”, che ci porterà alla marginalità più
assoluta e completa perché i nazionalismi orientali si son appropriati dei
mezzi tecnici inaugurati dallo “sviluppo” occidentale nel XIX secolo e nel XX.
Su questa via: “Game over”, come dicono i videogame sempre più vicini al
“reale”, cosicché il “reale” divenga “virtuale” e cioè irreale. Ogni ulteriore
spinta tecnica e sviluppo tecnologico ci portano nella direzione in cui già da
tempo siamo, quella dell’inevitabile
decadenza e dissoluzione sociale europee.
[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Antony_C._Sutton.
[3] https://archive.org/details/AmericasSecretEstablishmentOrderOfSkullbones,
disponibile anche in altri formati, fra cui il pdf. Il riferimento è, in questa
edizione in formato pdf, leggibile alle pp. 14-16 dell’ Introduzione del
2002.
[4] http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0d/Great_Wave_off_Kanagawa2.jpg/1280px-Great_Wave_off_Kanagawa2.jpg.
[5] “Ma di che rapidità stiamo parlando? Per quanto riguarda i
combattimenti individuali, bisognerebbe pensare in termini di secondi. Per
quanto riguarda le guerre tra nazioni, i termini di giorni. Se un combattimento
dura più di un minuto tra singoli individui, o più di una settimana tra due
nazioni, significa che è condotto in maniera sbagliata” (F. Lovret, L’Arte
della strategia, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, p. 85). A questo punto,
ognuno potrà trarne le giuste inevitabili deduzioni a fronte di notizie
ormai anche di cronaca politica mondiale...
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