Il 2 agosto
2014 il sito dell’Ansa ha pubblicato una rassegna fotografica intitolata Da Zurigo a
San Pietroburgo, in parata per le strade, la cui immagine d’apertura
era assai eloquente al riguardo del tipo di “parate” contemplatevi…
Sottotitolo:
Ad Amburgo manifestazione contro ogni discriminazione. Gay Pride ad
Amsterdam.
A questo
punto mi son detto: vuoi vedere che alla fine ce l’han fatta ad imporre “la
sfilata dell’orgoglio gay” anche in Russia?
La cosa
m’aveva lasciato per la verità alquanto sbigottito e sgomentato, sia perché non
avevo captato segnali in tal senso, sia perché a settembre, a Mosca, si terrà
una conferenza dal titolo “Large Family and the Future of the Humanity” che - ça
va sans dire – ribadirà la lapalissiana definizione di famiglia naturale e
normale, in opposizione a qualsiasi tentativo d’introdurre gli Ogm anche in
questo fondamentale e delicatissimo ambito che va tutelato da ogni tipo di
devianza, costi quel che costi.
A sovrintendere
all’evento, che si terrà nella capitale russa dal 10 al
12 settembre, sarà un’organizzazione che beneficia dell’imprimatur
della dirigenza di una Nazione che, attraverso il suo presidente Putin, ha
preso in mano le redini di quella che senza mezzi termini è una battaglia di
civiltà e per questo viene attaccata e
vilipesa senza pietà da quelle sentine a cielo aperto che sono i
“media” occidentali.
Così, senza
nascondermi la preoccupazione di fare una scoperta terribile, mi sono messo a
scorrere le foto, non prima però d’aver letto il testo che le accompagnava e
che, dopo aver menzionato in serie i vari appuntamenti all’insegna della lotta
“contro ogni forma di esclusione e discriminazione”, terminava con queste
parole: “A San Pietroburgo invece ex paracadutisti russi ricordano la nascita
del corpo militare avvenuto 84 anni fa”.
“E che
c’azzecca?”, avrebbe esclamato Antonio Di Pietro?
Infatti non
c’azzecca nulla, ma serve a mescolare, in un unico calderone, appuntamenti
osceni come il Gay Pride di Amsterdam e demenzial-voyeuristico come la Street
Parade di Zurigo con eventi e manifestazioni che in comune con essi hanno il
solo pretestuoso particolare di svolgersi “per le strade”.
I redattori
dell’Ansa potevano infatti menzionare un qualsiasi altro raduno o processione
che si tengono in questo periodo, ma non l’hanno fatto.
Il perché è
presto detto. Si è voluto associare sottilmente tutta la panoplia di maschere
leopardate, abiti sadomaso e carri arcobaleno che ogni città “europea” che
voglia dirsi tale deve periodicamente sorbirsi ad un appuntamento “reducistico”
di tipo militare che per l’appunto non c’azzecca nulla ma aveva il ‘pregio’ di
tenersi nella seconda città più importante di tutte le Russie e che da anni è
l’obiettivo di chi intende esportare anche colà l’ideologia di genere e “Gay-friendly”.
In poche
parole, subliminalmente è stata fatta un’associazione tra la Russia e tutto
questo schifo.
Ma gli
autori di questa subdola operazione di propaganda – ai quali farebbe senz’altro
bene la lettura del saggio di E.
Perucchietti e G. Marletta, Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità”
(Arianna Editrice, 2014) - hanno voluto esagerare. La quarta foto, infatti,
ritrae due ex parà russi, uno dei quali completamente rasato e con la mano di
un commilitone sulla spalla, che potrebbe dare adito a qualche fraintendimento…
La foto
successiva, poi, conferma la prima impressione: un simulacro grottesco di un militare
russo che, appuntata sul petto, tiene un’immagine dell’odiato “zar” ritoccata
in maniera da trasformarlo in un pagliaccio “omosex”.
La triste e
sconfortante galleria porno… ehm, fotografica offerta dalla principale agenzia
giornalistica italiana prosegue con le solite trite e ritrite carnevalate, tra
emuli dei Village People e autentici fenomeni da Circo Barnum, culminando con
un augurio espresso da una coppia di donne (?), l’una con lo straccetto della
“pace” in mano, l’altra inalberando un cartello con su scritto: “One day, we’ll
march in Iran”.
Per ora, finché
durerà la sopportazione delle persone sane di mente, s’accontentino di sciamare
le nostre città, ché anche la loro “Onda Verde”, preludio di quella arcobaleno,
per adesso s’è infranta contro il provvidenziale frangiflutti della Repubblica
Islamica.
Che cosa non
si fa per introdurre l’“ideologia di genere”… Ma è proprio il caso di dire che
questa volta l’Ansa è proprio andata a… parare male!
IL PROBLEMA POSTO DA QUESTE PAGLIACCIATE ( prive peraltro di sostanziali impronte nei costumi dei singoli paesi) NON è COSTITUITO DAL TIMORE PER LE CONSEGUENZE, CHE FINORA NON CI SONO STATE DA NESSUNA PARTE, MA DALLA DOMANDA CHE è LA SEGUENTE: CUI PRODEST? RICORDO CHE NEGLI ANNI CINQUANTA MI TROVAVO A LONDRA PER MOTIVI DI STUDIO E UN CERETO SABATO, A TARDA SERA, VIDI USCIRE DA UN NIGHT, UNA FROTTA DI OMOSESSUALI IMPAGLIACCIATI. QUINDI, ESISTE UNA COSTANZA DI COMPORTAMENTI NELLE FROCERIE. E D'ALTRONDE ANCHE NELL'ANTICA ROMA, BASTA LEGGERE IL GRANDE SATYRICON, IL COMPORTAMENTO FROCESCO NON ERA DIFFERENTE. NE CONSEGUE UNA DEDUZIONE ABBASTANZA COERENTE: si tratta di innocue manifestazioni di alcune teste di minchia ( gli omosessuali seri le aborrono, come dichiarò a suo tempo Zeffirelli).
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