sabato 26 aprile 2014

ANDREA ZAMPIERI: Angelo Quattrocchi, "Ippi" italiano!



Se c’è una figura italiana che più di altre ha rappresentato tutte le peculiarità dei movimenti underground in Italia è senza dubbio quella di Angelo Quattrocchi.
Ogni sua manifestazione editoriale, politica e artistica, sempre in piena rottura con gli schemi precostituiti, s’è sempre sviluppata per piccoli passi, presto affidata su lunga distanza a quel tam-tam tipicamente underground che era ed è il caro, vecchio fenomeno del “Passaparola”.
Soprattutto agli albori, quando la “rete” non esisteva, ed ogni iniziativa si muoveva in ambito anche internazionale solo grazie agli sforzi di quella “Setta di Insetti” che era la comunità underground, misurando le distanza tra persone in chilometri e giornate di viaggio, e non in Bytes al secondo. Ogni passo era un passo reale.
Ma erano passi decisi, fatti in direzioni precise, immaginando orizzonti ampi, ma ben delineati.
Fino a realizzare un mondo culturale ed editoriale pressoché unico in Italia, prima con il fenomeno di Stampalternativa, e poi con l’editore Malatempora.
Nel mezzo, una serie sterminata di iniziative provocatorie, folli, scellerate e giocose, a volte dal piglio egocentrico tipico di Angelo, ma sempre decisamente efficaci.
Basti pensare alla oramai storica Lista Ippi, presentata alle elezioni politiche del 1972 insieme a Marcello Baraghini, con la complicità artistica di Matteo Guarnaccia per la realizzazione del noto simbolo di partito.
Oppure alla diffusione di testi decisamente scomodi per le epoche in cui Angelo decise di spingerli nelle mani dei lettori come benevole bombe emotive pronte ad esplodere per espanderne la coscienza. Penso, ad esempio, ai titoli “E quel maggio fu rivoluzione”, uscito a ridosso del maggio francese, “Come e perché difendersi dalla TV”, “Oltre la gelosia, l’Amore”, tutti scritti di suo pugno, ma anche ad una valanga di altri titoli e di altri autori che Angelo ha promosso e distribuito con le sue edizioni, dedicati alle tematiche dell’omosessualità, del vegetarianesimo, dell’incubo del G8 di Genova, e delle utopie comunitarie e movimenti hippi negli anni Settanta.
Tutto materiale che oggi, in tempi di piena crisi ideologica, è possibile riscoprire attualissimo grazie al catalogo di Malatempora (http://www.malatempora.com ).
Tutto quanto fin qui accennato è solo una piccola parte di quello che Angelo ha realizzato in una quarantina d’anni di militanza nelle prime file del movimento Underground internazionale ( Ha scritto e ravvivato anche testate underground oltre confine quali ad esempio OZ ). In rete è possibile trovare ampia documentazione in proposito, e meglio ancora sarebbe leggere il paragrafo dedicato ad Angelo nel libro Underground Italiana di Matteo Guarnaccia per farsi un’idea precisa sulla sua vita dal punto di vista artistico ed editoriale.
Ma qui vorrei ricordare e celebrare Angelo, che non ho avuto occasione di conoscere personalmente, ma tanto mi è caro per quanto sopra accennato, anche per quel che ha saputo rappresentare dal punto di vista personale, oltre che editoriale.
I due punti di vista, in effetti, convergono, come accade per le persone che esprimono coerenza in tutto e per tutto, dono più unico che raro di questi tempi.
Così accade che se si cerca in rete su canali nemmeno tanto alternativi, ci si imbatte in diverse testimonianze di amici di Angelo che ne descrivono gli aspetti più personali, per scoprire con positivo stupore che l’uomo e l’editore erano davvero la stessa persona.
Una persona spesso egocentrica, genuinamente schietta, a volte benevolmente polemica, difficilmente disposta a capitolare, ma che sviluppava queste caratteristiche per diffondere idee ed arricchire il pensiero degli altri, non certo per autocelebrarsi.
Tra i ricordi più personali (ma non dimentichiamolo, negli anni Settanta si diceva che “Il personale è politico”, e mai come oggi questo è ancora vero…) troviamo i racconti di amici che hanno partecipato agli incontri che Angelo teneva regolarmente a casa propria, aperti a chiunque avesse voglia di mettersi in gioco in un naturale fenomeno di scambio culturale, intellettuale, emotivo e fisico senza alcun limite precostituito se non il rispetto per sé e gli altri.
Una casa letteralmente sempre aperta, laddove l’apertura era intesa in senso strutturale ed attitudinale.
Tanto l’attività di editore ed agitatore controculturale quanto i gesti più personali insieme a molti altri dettagli della vita di Angelo hanno insegnato a diverse generazioni recenti come muoversi e sopravvivere combattendo pacificamente, ma con grande forza, le regole dell’establishment editoriale e non.
Quando si dice “Una vita vissuta nell’underground”, non si può non pensare ad Angelo.
La sua dipartita però, è avvenuta nel 2009 per una malattia che l’ha consumato piuttosto rapidamente, in un modo stranamente silenzioso, senza i clamori e i riconoscimenti ufficiali che pure un ambito sotterraneo e non allineato avrebbe dovuto riservargli.
Per questo le mie poche righe rappresentano semplicemente l’intenzione di non dimenticare una figura che a distanza di anni dalla sua scomparsa continua a sopravvivere attraverso il duro lavoro dell’editore Malatempora, del quale Angelo rappresenta ancora in pieno lo spirito.

La presentazione dell’editore tratta dal sito ufficiale che riporto qui sotto è piuttosto eloquente:

Chi siamo:

Il fondatore è Angelo Quattrocchi, vecchio, indomito scrittore che fu beat e hippie a Londra e in California e inseguitore di rivoluzioni (il primo dei suoi molti libri "E quel Maggio fu: Rivoluzione!" e' ancora in catalogo dopo 40 anni). Dopo una vita di giornali underground in giro per il mondo (il mitico "OZ" magazine della Londra anni '60, "Berkeley Barb", "L.A. Free Press") con la fine del secolo mette in piedi questa editrice. Gli si affiancano il controeconomista Domenico De Simone e Romano Nobile presidente della ARES. La mitica Maya fa da webmistress. Poi arriva il giovane Stefano, colonna operativa, sfegatato romanista (nessuno è perfetto) e autore con una visione critica di molti nostri libri di calcio , e infine la libraia Silvia Ianniello, autrice di "Coca Cola No!"...
Evitiamo ruoli e schemi quanto possiamo, in una dimensione artigianale (20 libri all'anno circa) che ci consente rapporti e amicizie di una cultura alternativa vissuta già qui ed ora tra noi. Non abbiamo né padroni né padrini, né pratichiamo linee ideologiche: siamo movimentisti. Ed è per questo che ci troverete poco sui giornali, anche di sinistra. Chi ha interesse per noi segua il sito, il magazine e ci stia vicino. È impresa esaltante, ma difficile, la nostra.

Cosa facciamo:
La disperazione per il presente e la ricerca di percorsi di radicalità nella landa desolata delle idee usate ci ha spinto a questa editrice. Che ha 8 anni e più di 100 libri di controcultura, di movimento, di controeconomia, di underground e psichedelia, di fiction dura, di erotica e aforismi, barzellette e fumetti. Un filo rosso li lega: una visione alternativa del vivere, nel politico e nel personale, contro il pensiero dominante del 'produci, consuma, crepa'. Ogni libro vuole essere un sasso nello stagno putrido dell' immaginario del potere, fatto di TV coatta, di menzogne mediatiche.

Dove siamo:

Siamo in circa 4OO/5OO librerie italiane. Promossi e distribuiti da CDA. Che vuol dire?
Che i promotori di CDA vanno nelle librerie, mostrano la copertina e chiedono: quante copie?
Tre mesi dopo noi abbiamo i risultati e pubblichiamo il libro (qualche volta siamo costretti a bocciarlo... lunga storia). La distribuzione ci prende il 6O%, a noi rimane il 4O%, dal quale togliamo il costo della 'cosa', il compenso degli autori. Poi c'è Nda, Il Nuovo Mondo di Marcello Pamio, la rivista "Nexus" e Golden Books che ci vendono direttamente. Non facciamo la Fiera di Torino e neppure quella di Roma, cerchiamo però di partecipare il più possiile alle piccole fiere (Pisa, Foggia, Modena...) per incontrare amici sparsi per l' Italia e conoscere i nostri lettori.
E poi siamo 'sul sito' dove ci leggete, e dal quale potete comprare i nostri libri, spediti gratuitamente, e scontati del 2O% se ordinati via mail. Purtroppo non possiamo scontare gli ordini via Paypal perché in questo caso paghiamo una commissione.
A noi un libro venduto on line vale due perché così arriviamo dove non arriveremmo mai. Nonostante amiamo i librai (ma non le grosse catene, che consideriamo librifici), sappiamo che è il rapporto diretto tra editore e lettore che ci aiuta a sopravvivere.
Anche per questo abbiamo messo nel sito un magazine, e rubriche che fanno controcultura, insieme ai libri stessi.

Mi piacerebbe che qui, tra le pagine di questo progetto editoriale che ad Angelo sarebbe probabilmente  piaciuto per l’apertura a tutto campo degli argomenti, degli interventi e degli scambi di vedute,  si potessero raccogliere oggi, all’inizio di un 2014 le testimonianze e i pensieri di chi anche solo per un attimo, nelle condizioni più disparate è entrato in contatto con Quattrocchi e che questo post non passasse sotto silenzio, come in fondo è accaduto per la scomparsa di questo grande intellettuale del secolo scorso.


2 commenti:

  1. Sul finire degli anni Settanta, sul crinale tra cosiddetta minore età e maggiore età, mi capitò tra le mani il libro "Underground A pugno chiuso!" e scoprii il linguaggio vivo e fresco di Angelo Quattrocchi. Fu una bella scoperta...libertaria.

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  2. Rettifico ciò che ho scritto prima. Il libro di Angelo Quattrocchi s'intitolava "Italia alternativa"....mentre "Underground a pugno chiuso" era di Valcarenghi. Scusate.

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