martedì 17 dicembre 2013

ENRICO GALOPPINI: Elogio del "bel gesto"





Io non so chi sia Simone Di Stefano, vicepresidente di Casa Pound Italia, e non m’interessa che per qualcuno sia solo un "fascista di merda".
So solo che quello che ha fatto avrei voluto farlo io e, certamente, molti altri italiani come lui e me. 
Niente di delinquenziale, intendiamoci, se con ciò s’intende esporre l’altrui incolumità ad un grave pericolo, oppure devastare senza senso dei beni pubblici come invece capita di vedere durante le manifestazioni di certi alternativi.
Quello di Di Stefano è stato un classico "bel gesto". Di quelli che, complice la possibilità di mostrarlo e rivederlo attraverso un filmato, suscitano immediatamente consenso, s’imprimono nella memoria e infondono coraggio.
Il "bel gesto" è quell’atto che da tempo si vorrebbe veder fare, ma nessuno, per un motivo o per l’altro, si sente di compierlo. E chi lo fa diventa subito un eroe.
Un "bel gesto" è anche un simbolo. Mostra immediatamente, senza bisogno di minacciare nessuno né di devastare nulla, che al di là dei mille distinguo di cui questo popolo è capace esiste qualcosa su cui si è d’accordo in parecchi senza bisogno di chiacchiere o ideologie. Sempre che non si appartenga alla genia dei soddisfatti e degli arrivati; di quelli che sguazzano beati in quest’andazzo schifoso.
Non fa onore alle forze dell’Ordine andare a legnare chi, ostentando la sola bandiera nazionale - cioè quella di tutti quanti, e non un vessillo di partito - esprime il disagio dei propri connazionali sotto la sede italiana di un’istituzione senza volto e senz’anima come l’Unione Europea. Sono o non sono anche loro italiani?
Grazie Simone per averci fatto vedere quell’emblema della dittatura finanziaria volare giù dal balcone come un qualsiasi straccio qual è in effetti. 
Dopo decenni di ‘tabu patriottico’ post-bellico, sono vent’anni che ci danno il permesso di esporre il tricolore dai palazzi istituzionali, ma a patto che venga affiancato, cioè esorcizzato, dalla bandiera blu con la coroncina di stelle. Era l’ora che qualcuno la togliesse di mezzo.

14 commenti:

  1. Idiozie. L'unico modo per garantire il progresso di questo paese è che l'Europa diventi una realtà politica, piuttosto che unicamente economica. Da qualche migliaio di anni nella storia è noto che un'unione fra stati è molto più potente di un gruppo di stati ognuno che persegue il proprio scopo autonomamente e che ciò si traduce in più benessere per i cittadini tutti. Ciò detto è innegabile che le politiche economiche adottate dall'UE siano state disastrose, questo però non autorizza a una superficialità del genere: innanzitutto è una cosa che hanno subito tutti i cittadini con diversi gradi, il motivo per cui alcuni paesi hanno retto meglio di altri è che i paesi del nord, proprio a causa della disomogeneità insita in questa unione a mezzo, sono molto più forti del nostro. In secondo luogo c'è grande differenza fra disapprovare questo genere di Europa o generalizzare "sputando" sull'Europa come concetto. La bandiera con le stelle è un simbolo di unione, il gesto di chi se ne disfa come uno straccio è il gesto idiota di chi non comprende per ottusità il valore di essa al di là dei pessimi risultati correnti, incapace di analizzare ed elaborare cause sensate. dire poi che non ha nessuna importanza che costui sia anche il leader di un gruppo di razzisti, sessisti, reazionari e fascisti è essere ciechi, sordi e privi del tatto per imparare a distinguere le farneticazioni dalle giuste istanze di cambiamento.

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    1. discorso rossissimo e casualissimo. con idee non tue prese a prestito dal peggior blog di turno e sputate a sentenza di chi conosce la politica. è per colpa di quelli come te che siamo in merda. se invece di sputare sentenze del cazzo sapessi entrare nel merito dei programmi esposti da vari partiti politici che sicuramente non hai votato (non solo CPI, anche Fare, ad esempio), magari ti faresti un'idea del perché del gesto di Simone. ma bisognerebbe saper leggere e capire, e non sempre quelli che scrivono quello che hai scritto tu leggono e capiscono. e spesso non pensano neppure. inoltre faccio notare che essere patriottico, e non strettamente nazionalista, non è un reato, ma è un requisito del cittadino non suddito. ma tu evidentemente prediligi la sudditanza (anzi, forse sei uno degli arrivati che citava Galoppini). buona vita vuota. saluti

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  2. Razzisti: in CPI non si è mai parlato di razzismo, ma anzi di portare aiuti e sviluppare progresso nei loro paesi direttamente. Cosa tipicamente razzista vero?
    Sessisti: cioè? Oltre che avere una larghissima partecipazione di donne tra i militanti, si teorizzano persino proposte di legge per riconoscere i diritti delle coppie "di fatto", e si fanno conferenze anche con portavoci del mondo gay e lesbo.. sessisti.. IN COSA?
    Poi, giusto per evidenziare che spesso si preferisce parlare a caso e sputare sentenze... CPI, e in particolare Di Stefano, non hanno MAI sputato sull'Europa come concetto, anzi.. l'Europa dei popoli, l'Europa delle nostre radici (tutt'altro che giudaico-cristiane) sarebbe la culla ideale di ogni nostro valore, e di ogni nostro tentativo di risposta e di "resurrezione" nei confronti di potenze straniere (realmente straniere). Se però quella bandiera finisce per rappresentare non quel concetto, ma solo ed esclusivamente un centro commerciale, o uno stato unico di polizia economica... allora diventa uno straccio, si. Null'altro.

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    1. Cioè se arrivano in Italia è giusto pestarli, imprigionarli senza motivo e cacciarli a calci in culo a prescindere da intenzioni, costi e analisi dei risultati se fossero invece integrati da leggi sensate. Non sarebbe razzismo questo no. LOL
      Che le donne partecipino non significa nulla, le donne partecipano alla società ma la società le respinge. Ci sono tante donne in ruoli di comando a CPI? Quando arriverà il presidente donna? Si "teorizzano" leggi?! Ah buongiorno, nel mondo si applicano, in Italia qualcuno prova a presentarle ma gli/le sputano addosso, voi ancora le teorizzate. Poi si sente di amabili "fascisti del terzo millennio" che pestano qualche "frocio" e a quel punto bè...

      Ma poi ancora con questa stupida retorica della parola "straniero" per chiunque non capite o abiti troppo distante, usata come sinonimo di "nemico".. Ma ragazzi il mondo è andato avanti, che volete l'Europa che massacra gli infedeli che aggrediscono la patria? Le crociate sono finite da un pezzo ragazzi, siamo tutti homo sapiens sapiens evoluto dalle scimmie e il bene di ognuno è il bene di tutti, e viceversa. Sveglia un po' via.

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    2. CasaPound Italia come può essere sessista se dentro il suo movimento ci sono tante donne. Basta informarsi e andarsi a leggere Tempo di Essere Madri, per esempio che è la proposta di legge di CasaPound Italia.

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    3. il responsabile regionale della campagna è una donna!!!

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  3. Grazie per i commenti. Nello spirito del blog vi chiedo però di firmarvi. GRAZIE.

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  4. Una analisi superficiale che lascia perplessi: se l'orgoglio è sventolare la vituperata, giustamente, bandiera italiana, beh fate un pò voi i conti di come siete messi. Richiamarsi poi nel XXI^ secolo a ideologie completamente sorpassate anche questa è un'altra particolarità italiota, ma tanté....

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  5. Cari amici, abbiamo deciso che TUTTI possano commentare senza filtri. Proprio per questo gradiremmo che vi firmaste... Per dare forza alle vostre argomentazioni, mica per altro!

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  6. Come di regola accade, i commentatori non entrano nel merito di quanto è stato scritto dal sottoscritto, ma partono per la tangente, prendendo a pretesto una frase, un dettaglio, o addirittura questioni accessorie che riguardano unicamente i soggetti di cui si parla, al di là dell'oggetto specifico dell'articolo che presto viene bellamente ignorato. C'è spesso anche chi si spinge più oltre, facendo il processo alle intenzioni e facendo dire quello che nessuno ha detto. Speriamo non sia anche questo il caso.
    Enrico Galoppini
    Ricapitolando, a me interessava sottolineare il valore del "bel gesto", il suo valore simbolico e capace di attivare "con-sonanze" negli altri che lo vedono compiere. Se poi tale gesto lo si reputa inutile, idiota, controproducente eccetera, si focalizzi il proprio commento su questo. Anche perché quando ci si attiene al tema, servono argomenti, e di solito chi si fa schermo di questioni fuorvianti comincia a traballare, scoprendo i suoi "altarini". Ma si eviti, per una buona volta (anche se so che è praticamente impossibile) d'inondare gli spazi per i commenti per attaccare quello o quell'altro e farsi la guerra, tra l'altro dietro un anonimato giustamente deprecato dai moderatori del sito. Chi non ha il coraggio delle proprie idee trincerandosi dietro un nomignolo da tastiera non fa una bella figura, innanzitutto con se stesso.

    Enrico Galoppini
    (prosegue)

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  7. Tornando al tema del breve articolo. C'è chi mi ha scritto che il Di Stefano avrebbe dovuto avvolgere la bandiera dell'UE all'asta medesima, sostituendola con quella italiana per non cadere nell'accusa di "furto" (ad ogni modo controversa perché non se n'è appropriato: v. art. 624 C.P.). C'è poi chi invece ha consigliato di mettere a fianco di quella dell'UE quella italiana, come impone la legge (bisognerebbe però conoscerla bene e sapere se l'obbligo di affiancare l'altra vale per entrambe, perché ho il sospetto che quella dell'UE se ne possa stare anche da sola). Non manca infine chi scorge dietro l'azione dei militanti di Casa Pound qualche "eterodirezione", ma a fare i dietrologi a tutti i costi son tutti bravi. Fino a prova contraria, quel che si è visto corrisponde al primo significato che ciò comunica: NO all'UE, NO a questa Europa delle banche e della finanza apolide, SÌ alla sovranità nazionale (anche se sul "nazionale" avrei delle riserve, o meglio andrebbe argomentato meglio). Tuttavia, chi mi ha inviato privatamente questi commenti non tiene in considerazione adeguatamente il valore e le ragioni del gesto "esemplare", anteponendo a quelle argomentazioni d'ordine giuridico senz'altro interessanti ma poco in sintonia col sentire di chi si produce in un atto simile. Il quale, non lo si ripeterà mai abbastanza, non è da mettersi alla stregua delle azioni irresponsabili di chi lancia cubetti di porfido a casaccio o distrugge un'auto privata tanto per sfogare la propria frustrazione.
    Tra i commenti che ho letto qui, ce n'è uno che coglie comunque un punto importante. È vero che l'era degli "Stati-nazione" è tramontata e se vuoi avere qualche possibilità di emergere devi aggregarti. Sul tipo di aggregazione si può parlare (si va da quella tra Stati, alla De Gaulle, a quella federale, a quella del maxi-Stato centralizzato che sta diventando l'UE), ma è un fatto che tutte le grandi potenze, oggi (Usa. Fed. Russa, Rep. Pop. Cinese), si caratterizzano le loro dimensioni almeno semi-continentali, di fronte alle quali nulla può un piccolo Stato-nazione. Tuttavia, da uno di questi può partire la "riscossa", che però, per avere un seguito, deve - dopo aver raggiunto un certo consolidamento stabilendo anche delle alleanze - trascendere la dimensione meramente nazionale. L'Italia, per esempio, dovrebbe sfruttare la sua posizione al centro del Mediterraneo, ma stante la sua condizione di servaggio (oltre centro basi ed installazioni militari Usa e Nato, più la gabbia eurocratica e la prospettiva dell'Unione Euro-atlantica), per ora tutto ciò è un pio desiderio.

    Enrico Galoppini
    (fine)

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    1. Vero, la difficoltà/impossibilità di valutare i comportamenti senza immediatamente etichettarli è un limite dei nostri tempi. Così certuni faticano a capire che la protesta ormai "rompe" gli schemi, che non ha senso accettarla solo se è "di sinistra", o di "destra", e se non lo è è sospetta ... Altro che pericolo di infiltrazioni, qui bisogna ribaltare e "infiltrare" tutto se si vuole creare qualcosa di diverso dai vecchi schemi ...

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  8. Salve. Segnalo qui un post interessante sul rapporto tra "Casapau" e l'Ue

    http://kelebeklerblog.com/2013/12/18/casa-pound-i-birrai-delleurofobofilia/

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