Singolare
coincidenza che ad agosto, a un anno esatto dalla scomparsa di Nicholas
Goodrick-Clarke, grande studioso britannico di nazismo e culture esoteriche, BUR
abbia dato alle stampe “Hitler e la cultura occulta” di Giorgio Galli, il
seguito, si potrebbe dire, del celebre saggio “Hitler e il nazismo magico”,
risalente all’89, ma che lo storico milanese non aveva mai mancato di
aggiornare nelle edizioni successive. Galli ha infatti in comune con Goodrick-Clarke,
con il compianto James Webb e pochi altri il fatto di avere pubblicato studi
sull’esoterismo nazista molto seri dal punto di vista del metodo storiografico,
cosa rara da riscontrare (soprattutto un quarto di secolo fa), mentre la
storiografia ufficiale (similmente, in molti casi, a quella di destra), tende
ancor oggi a minimizzare la componente occulta in seno al nazionalsocialismo.
Devo
ammettere che non mi attendevo grandi novità da questo libro, data la scarsità
di fonti sull’argomento – Hitler trascorse i suoi anni al potere cancellando
ogni traccia della sua passata esistenza che non fosse in accordo con il mito
tratteggiato in “Mein Kampf , mentre sul volo di Hess, argomento-cardine delle
tesi dello studioso, l’opera di
ostruzione alla verità è sistematica – si legga il recente (sempre di Galli)
“Con trucco e inganno” (Hobby & Work), sulla manipolazione del caso Hess che i servizi segreti britannici operarono tramite
i falsi “Diari di Hitler”, nel 1983.
Invece le
novità, le sorprese e soprattutto gli approfondimenti risultano importanti, a
partire proprio dall’incredibile volo che Rudolf Hess, numero due del Partito Nazionalsocialista
e tre del regime, compie alla volta della Scozia il 10 maggio 1941 per far pegno
del suo stesso corpo della buona fede del Führer nel proporre un accordo tra le
due nazioni “ario-germaniche” considerate gemelle dall’élite nazista, la tedesca
e la britannica. Un patto che salvi l’Impero Britannico e agisca in funzione antisovietica.
La gerarchia
segreta del nucleo esoterico nazista si mette in moto di concerto con ambienti
britannici parimenti iniziatici, che trovano copertura, a partire dagli ultimi
anni dell’800, in società esoteriche come la Golden Dawn di Crowley e Yeats, ma
che sono contigui a interi settori di establishment, fino a lambire la Famiglia
Reale.
Galli
ipotizza che il confronto “occulto” sia proseguito per un certo tempo anche
dopo la cattura di Hess. I britannici
sono infatti spaccati al vertice in due fazioni, una filo e l’altra anti-tedesca,
nonostante l’unità di facciata. Ciò spiegherebbe in parte i continui posticipi
di Hitler dell’invasione dell’Unione Sovietica, avvenuta solo il 22 giugno
1941, dando il via a ciò che il Führer e il vertice occulto nazista, non essendo
riusciti ad evitarlo, tenteranno sino alla fine di far cessare – la guerra sui
due fronti.
L’autore
individua questa gerarchia segreta a partire da quando l’esoterica e razzista
Thule-Gesellschaft di Monaco, dopo aver combattuto l’effimera Repubblica dei Consigli
nell’immediato dopoguerra, praticamente si estingue per rinascere come nucleo
del Partito Nazista, con Hitler a capo –
ma non assoluto, un primus inter pares, almeno all’inizio.
Si tratta di
un’élite votata, più ancora che alla riscossa in chiave nazionalista della
Germania piegata dalla sconfitta, alla creazione di un “Impero Ariano” su scala
globale. Questo a partire dalla conquista dello “Spazio vitale” tedesco, che il
geopolitico (e membro della Thule, nonché probabile ispiratore del “Mein Kampf”)
Karl Haushofer – sulla scorta di Mackinder e Naumann - individua nelle enormi
pianure asiatiche. L’attacco all’URSS è perciò fin dall’inizio considerato
imprescindibile dall’élite nazista, così come l’impegno di preservare ad ogni
costo l’Impero Britannico in vista di un’alleanza per un condominio globale,
cosa che spiega, ad esempio, lo scarso interesse di Hitler ad assestare un
colpo decisivo agli inglesi nel Mediterraneo.
Ma è anche
sulla Francia che si concentra lo sguardo dello studioso: nella Parigi
intellettualmente vivissima della blanda occupazione nazista, dove si
stabilisce l’esoterista russo Gurdjieff ( forse in contatto con l’emigrato
baltico Alfred Rosenberg, teorico del razzismo nazionalsocialista e ministro
dei territori occupati), organizzandovi un importante punto di raccordo
dell’esoterismo europeo. Ernst Jünger ,
personaggio chiave dell’élite esoterica e “maestro” che Hitler teme, raggiunge
come ufficiale proprio Parigi, per organizzare quella resistenza all’interno della gerarchia militare che
culminerà nell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944 – è infatti Parigi l’unico
luogo dove, a ridosso dell’attentato che in un primo momento sembra aver
centrato il suo obbiettivo, la congiura riesce fattivamente, con il generale von Stülpnagel che dà ordine di arrestare i capi della
polizia e delle SS.
Al tentativo
omicida, il Führer scamperà quasi per
miracolo, ma la congiura non si esaurirà con esso. Jünger è per Galli il capo effettivo di quella
fazione del nazismo esoterico che ha disconosciuto la leadership di Hitler e
cospira per una sua uccisione che apra le porte a una pace separata con la Gran
Bretagna. Al contrario di Claus von
Stauffenberg, l’attentatore, giustiziato e del generale Erwin Rommel, costretto
a suicidarsi, Jünger sarà graziato da Hitler, probabilmente in virtù del suo
ruolo di maestro intoccabile.
Infine, il
cosiddetto Circolo di Kreisau, attorno al quale gravitano gli alti ufficiali coinvolti
nel 20 luglio, non è affatto, secondo Galli, solamente d’ispirazione cattolica,
come aveva sostenuto lo storico Joachim Fest, ma pregno di un cristianesimo
esoterico di ascendenza platonica che ha tratti in comune con l’esoterismo hitleriano.
Essi partecipano al dibattito “occulto”, che si svolge nell’ambito del nucleo
segreto nazista e che finirà per coinvolgere anche Himmler. Un dibattito volto
al salvataggio parziale di quel Terzo Reich che fa parte della cultura
occultistico-messianica di tutti i personaggi citati, tramite una pace
condizionata.
Un libro
insomma coraggioso anche nello sfatare molti miti, premiato da un’analisi
“avalutativa”, per usare una terminologia weberiana, anche verso le concezioni
esoteriche e le loro conseguenze, che Galli si è dato il compito di studiare
esclusivamente sul piano strettamente storiografico, senza concessione alcuna
alle mitologie raffazzonate e ai voli pindarici che hanno caratterizzato, anche
ultimamente, parte della letteratura sul nazismo esoterico. Esso esce proprio
in un momento in cui l’interesse (anche editoriale) verso l’argomento è massimo.
Sono notevoli, ad esempio, due volumi
usciti a novembre per Thule Italia, che toccano da vicino gli argomenti qui esposti. Si tratta di “Svastica” di Thomas Wilson e “La croce uncinata”
di Jörg Vom Hakenkreuz, su storia e mitologia
del controverso simbolo.
Trovo interessante (per studi vari), anche se **non sufficientemente chiarito**, il ruolo di Gurdjieff che Galli pone in luce. Tutto questo sudio che Galli porta avanti, su di una tematica che, in altre nazioni tuttavia, aveva senza dubbio avuto una lunga gestazione ed era cominciata già durante la Seconda Guerra Mondiale (se non prima), va vista in relazione ad **altre**, più complesse tesi che lo stesso Galli ha portato avanti, e non si può separare da queste sua altre vedute.
RispondiEliminaSu questo, cfr. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/06/una-riflessione-sulle-tesi-di-g-galli.html
Ed è importante sottolineare tutto questo, cioè che il suo studio rientra in una tematica, quella delle culture magistiche “altre”, e del “femminino”, che costituiscono da un lato delle “tracce” interessanti, dall’altro dei limiti di Galli stesso, a mio avviso.
Grazie Antonello della messa in compartecipazione dell'articolo nonché della citazione alle due uscite della Thule Italia Editrice. Tornando nel merito di ciò che ha scritto il Vostro Roberto Franco nulla da eccepire se non una breve postilla (ma che può essere tranquillamente letta come nota polemica), ovvero l'uso del termine "coraggioso" attribuito a quanto G. G. ha compiuto. Infatti ci sarebbe voluto sì coraggio a leggere un "Mein Kampf" da lui curato senza censure e quelle fastidiose note atte a chiarire ogni istante che trattare del demone non significava essere indemoniati. Ci sarebbe voluto coraggio ad affrontare il Nazionalsocialismo ideologicamente attraverso documenti in cui si parli direttamente di cosa significasse il termine "socialismo" - solo per fare un esempio e usare una parola forse più prossima al tuo essere - e come esso fu applicato. Ci sarebbe voluto coraggio ad allontanarsi dalla tematica esoterica così tanto sviluppata in questi anni nei modi più svariati e approfondire cosa fu il Nazionalsocialismo nella realtà.
RispondiEliminaInsomma, caro Antonello, non entro nel merito degli studi approfonditi sul tema esoterico condotti dal G. G., ma si continua a parlare a dei profani (ciò che molti sono) del Nazionalsocialismo a partire da un humus dal quale poteva uscir di tutto (e dal quale uscì anche di tutto) sottrandosi tutti - più o meno abilmente - dall'affrontarlo nella sua Weltanschauung. Gli anni a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento fu uno stupendo e composito calderone dove il livello di conoscenze era elevatissimo e non si mette in dubbio la sua influenza sugli albori del Nazionalsocialismo ma se fosse stato un "circolo di maghetti" infatuati dalle più strambe teorie (dal ghiaccio al fuoco, passando per Agartha) non ne staremmo qui a parlare. Si leggeva Goethe, si discuteva di Schopenhauer, ci si ritirava in eremi e si ridiscendeva dagli eremi, ma tutto questo trapela da libri come questo? Mi spiace, non c'è nulla di vitale, ma semplice classificazione da von Liebenfels a von List passando per deduzioni il cui scopo è - in questo caso - una ridutio.
La postilla avevo detto che era breve, purtroppo non sono stato di parola e di ciò mi scuso.
O forse “certe cose” mettono in questione certi mitologemi “di destra” ancora ben vivi... “Infatuati” di “teorie strambe”? Oppure han cercato di risvegliare un fondo “mitico”, per poi venirne travolti? E di quel mondo “mitico” fa parte “Agarthi”, o come la si voglia chiamare, la “ariosofia” e tante altre cose. In una parola: voler ridurre questi argomenti a “Goethe” o alla politica attiva è, a dir poco, riduttivo. Ma farlo securizza...
RispondiEliminaE quindi, poiché la nostra è l’epoca delle fughe nel passato, delle cose funerarie tanto più ci si pretende di andare ““avanti””, qualunque cosa tale termine ormai significhi, rimaniamocene oguno ben chiuso nella propria appartenenza, nell’assoluta certezza di così fare proprio ciò che da noi ci si aspetta faccamo.