lunedì 17 marzo 2014

SEBASTIANO CAPUTO: Il "modello" Eataly -Farinetti e lo sfruttamento dell'immigrazione



Il Tempio globale del libero mercato si articola su deregolamentazione, disordine, diseguaglianze. È il luogo dove gli immigrati vengono sradicati e sfruttati da un capitale senza frontiere, dove soggetti forti e soggetti deboli della stessa nazionalità, ma anche agenti economici con lingua, tradizioni e costumi diversi vengono messi gli uni contro gli altri, dove i Paesi avanzati del cosiddetto Occidente non riescono a fare fronte alla concorrenza dei Paesi emergenti che basano la loro forza su un costo del lavoro bassissimo, dove l’iperclasse economico-impreditoriale delocalizza le industrie, dove i disoccupati occidentali acquistano i prodotti fabbricati dai nuovi schiavi del Terzo mondo.
Questo meccanismo benedetto dall’Unione Europea con il Trattato di Schengen si regge in realtà sulla sinistra e la destra italiana. La “sinistra borghese e catto-comunista” con la sua retorica umanista e benpensante (“gli immigrati fanno lavori poco qualificati che gli europei non vogliono più fare”) promuove l’arrivo di nuova manodopera, mentre la “destra padronale” con la sua politica ultra-liberale (anche se in fondo l’intera élite economico-imprenditoriale non ha un colore politico ben definito) crea un processo di dumping (riduzione salariale del lavoratore locale) – nella misura in cui l’immigrato viene sfruttato a basso costo senza contratto di lavoro – e di cancellazione dei diritti sociali dei lavoratori già integrati nella società.
Il popolo italiano (o l’intera classe media) vieni oggi di fatto schiacciato da due forze centrifughe e parassitarie, vale a dire l’elite cosmopolita e l’immigrazione clandestina (sottolineo: clandestina). “L’affaire Eataly” conferma questa analisi: il fenomeno migratorio di massa altro non è che un fenomeno padronale. Il patron del marchio Oscar Farinetti è finito nel mirino della Cisl lombarda che lo ha recentemente accusato di aver affidato i lavori a una ditta rumena di Suceatra (Cobetra Power). “Dietro al sistema dei distacchi si nascondono forme di sfruttamento, ed è quasi impossibile che gli operai stranieri facciano denuncia, c’è un’omertà assoluta” ha affermato il segretario del sindacato. I contratti che hanno firmato i 25 operai con Cobetra mediamente si aggirano tra i 500 e gli 800 ron (valuta rumena) di stipendio base lordo (dunque tra i 110 e i 176 euro) per 40 ore settimanali di lavoro. Tradotto: il modello Eataly è fondato sul lavoro di operai rumeni pagati tra i 2,75 e i 4,4 euro all’ora.

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