INTERVISTA A CURA DI: ANTONELLO CRESTI
- Quando
ha debuttato il tuo precedente spettacolo “7-14-21-28”, hai detto
che saresti stato disponibile a scrivere tu un testo da affidare ai
critici di professione, e si sarebbe trattato di una lunga sequenza
numerica. Che cosa si dovrebbe scrivere questa volta di “Fratto_X”?
REZZA: Si,
ricordo bene di aver detto questa cosa, ma nel frattempo i critici mi
hanno talmente offeso non raccogliendo il mio invito da rassegnarmi a
concedere libertà di stampa ed espressione, anche se questo mi
repelle…
-
Osservando il corpus dei vostri spettacoli si nota che gli ambienti o
“habitat” che Antonio invade con la sua presenza mostrano una
coerenza invidiabile negli anni, fatta risaltare forse, proprio da
quegli elementi di unicità e singolarità che volta volta emergono,
dando la cifra della singola performance
MASTRELLA:
Il processo creativo è senza dubbio sempre differente: se per
“Fotofinish” l’intento era di realizzare delle sculture aeree,
una sorta di scrittura per oggetti, in “Bahamut” e “7-14-21-28”
invece il lavoro è stato sui giocattoli. Per questo “Fratto_X”
tutto è nato da uno studio sui fasci di luce, con una preparazione
molto lunga, circa due anni. Solo una volta raggiunto un primo
risultato “fruibile” si inserisce Antonio con i suoi stralci di
realtà, laddove io offro invece degli stralci di visione…
- In ogni
vostra performance il riferimento alla realtà è in effetti sempre
presente, seppur alienato quanto si vuole. Riuscireste a individuare
un tema di questo “Fratto_X”?
REZZA: Il
tema è sempre quello della manipolazione, del condizionamento, della
perdita di identità.
MASTRELLA:
Soprattutto il condizionamento, a nostro avviso responsabile massimo
della deriva di ignoranza che sta trascinando nel baratro questo
paese.
- Anche
se il vostro teatro ha uno scopo, ha per così dire un
“messaggio”(anche se il termine è quantomeno improprio…), non
potremmo però certamente parlare di impegno sociale riguardo al
vostro lavoro…
REZZA: Il
nostro schifo infatti semmai è proprio rivolto all’impegno civile
attraverso l’Arte. Un controsenso poiché l’impegno pagato non
dovrebbe sussistere. A noi non interessa il malessere di per sé, ma
semmai sbattere in faccia allo spettatore il nostro malessere!
MASTRELLA:
Comunque l’idea che sia possibile fare ciò che noi facciamo
potrebbe anche fornire una spinta positiva. Non è vero che non
esistono più cose da inventare!
REZZA:
Bisogna sempre essere innovativi e dirompenti. L’Arte può vincere
ancora!
- In
questa ricerca di libertà priva di condizionamenti che ruolo ha la
nudità, presente più o meno in ogni vostro spettacolo teatrale? E’
sempre in piedi il vostro progetto di girare un film porno, sia pur
sui generis?
REZZA: Il
film porno temo oramai sarà impossibile farlo. Per “Fratto_X” ci
era venuto in mente di creare una serata speciale in cui tutto il
pubblico avrebbe dovuto assistere allo spettacolo nudo, ma anche
questo non è stato consentito… Peccato, perché davvero da parte
nostra non c’è nessuna malizia e riteniamo tutto questo solo un
bel gioco da fare assieme al pubblico!
-In un
momento di “Fratto_X” che ho trovato particolarmente geniale, in
quel vostro tipico equilibrio spericolato tra massimamente infantile
ed altissimo, il fumetto di “Barbapapà” emerge come figura di
raffronto col Cristo. Abbiamo forse trovato una nuova figura
spirituale cui aggrapparsi in questi tempi di crisi?
REZZA: In
questa crisi, che è estetica più che economica, Barbapapà può
fare ben poco, come tutto il resto… E’ una idea che è venuta
così, guardandosi allo specchio! Però in effetti, l’idea di
mettere in contrapposizione questo fumetto che canta “Vieni con
noi” con il “Venite a me” del supposto Redentore non è male e
noi ci riconosciamo certamente con Barbapapà, perché accogliamo il
singolo individuo, siamo selettivi, e non ci interessa solo fare
numero…
-E’
l’Italia di Sanremo, delle elezioni, del Caos. Ancora una volta.
C’è qualche speranza?
REZZA: Io
non sono interessato a queste manifestazioni. Soprattutto riguardo a
Sanremo mi sembra singolare che si parli solo della netta minoranza
che segue questo programma… E’ una operazione ancora più
grottesca delle elezioni; qui infatti conta la minoranza che perde!
Io comunque non voto e continuo a non sperare, senza per questo farne
un vanto di coerenza!
fonte. ALTRI - 12/03/2013
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