mercoledì 8 gennaio 2014

CLAUDIA CIRAMI: L'Oriana che berciava



Tra le pagine di Oriana Fallaci berciano in molti. Nei suoi scritti il termine si incontra spesso. Berciare è urlare, sbraitare, strillare. In modo scomposto, sguaiato. Sa di violenza e di debolezza, di volontà di potenza e di timore di non farcela. E’ forza primitiva, sconcezza, spilli nella gola. Anche Oriana, a modo suo, ha berciato per tutta la vita: a volte le parole scritte sanno sbraitare meglio della voce.

Ha berciato contro il Potere, lei che lo ha documentato come pochi altri, «l’Eterno Potere che non muore mai, cade sempre per risorgere dalle sue ceneri, magari credi di averlo abbattuto con una rivoluzione o un macello che chiamano rivoluzione e invece rieccolo, intatto, diverso nel colore e basta, qua nero, là rosso, o giallo o verde o viola, mentre il popolo accetta o subisce o si adegua». Contro il fanatismo religioso islamico, lei che, a torto o a ragione, dell’Islam ha visto solo la parte più violenta. Contro certi conformismi, lei donna che scriveva bene come un uomo e pretendeva la stessa libertà. Contro il cancro, l'Alieno, come lo chiamava, l'unico che ha berciato più forte di lei. 

Berciare, però, vuol dire anche cantare senza alcuna grazia. Quel canto, insolente e corrosivo e potente, Oriana lo ha innalzato alla vita, senza risparmiarsi in amore, nella ricerca della notizia, nella sperimentazione del dolore. Sempre attraverso la parola, lei che ne era un’artigiana di lusso, ha fissato nei suoi scritti – in modo puro e violento – la bellezza, l’amore, il dolore, il rimpianto, la guerra, il coraggio. Persino la maternità, lei che madre non è mai diventata. Berciava l’Oriana con quel «carattere di una persona molto emotiva che si sforza continuamente di controllare la sua passione col raziocinio». Berciava l’Oriana perché aveva bisogno di farsi sentire, di strappare a morsi l'attenzione degli altri, di togliere a forza quelle mani che, indolenti oppure ostinate, tappano le orecchie per non sentire le grida vigorose, per non lasciarsi sopraffare dagli stornelli irrispettosi. . Che sia piaciuto o meno il suo berciare – e a molti non è piaciuto – lei ha continuato tutta la vita.
Pagando anche di persona, se necessario. 

L’Oriana che berciava attraverso la parola scritta oggi lo farebbe ancora. Motivi ne troverebbe a iosa all’interno dei confini nazionali. Tra i tanti che berciano senza aver niente da dire, che invadono i giornali, le televisioni, i siti internet, con le loro urla scriteriate e i loro canti vacui, il suo berciare, lucido anche quando iperbolico, seducente pure se non sempre condivisibile, non avrebbe deluso.  

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