Intervista a cura di: Davide Gonzaga
-Abbate e la Patafisica.
Abbate e l'arte.
Abbate e Teledurruti.
Abbate e la sinistra.
Da dove cominciare?
Cominciamo da “Intanto anche dicembre è passato”, uscito per Baldini &
Castoldi.
C'è una foto, vista su internet, che mi piace.
Lei e Pietrangelo Buttafuoco.
Se non fossimo un paese “di tengo famiglia”, dico io, verrebbero entrambi
letti nelle scuole.
Che ne dice? E' così?
Posso rispondere per me stesso, mi basterebbe che avesse l’ascolto da parte di
un pubblico non banale e neppure conformista, un pubblico in grado di sapere che
narrare è soprattutto invenzione e non una fotocopia entusiasta della realtà,
per quello c’è già il
giornalismo, c’è il rotocalco, c’è il luogo comune dei trentenni che aderiscono
all’esistente con entusiasmo glamour, come si percepisce nel 90 per cento dei
commenti su Twitter.
-Restiamo sul libro. Sulla copertina, che mi piace molto. Un lettore
incuriosito è già rapito. Capisce che c'è lei, che c'è tutta la sua famiglia.
Un libro dove lei si racconta, dove racconta a noi di tutti voi.
Una sorta di mausoleo non cupo, mi deve perdona re l'apparente contraddizione,
che si chiude con la cremazione di mamma Gemma che tutti abbiamo imparato a
conoscere su Teledurruti.
Ce ne parli un po'.
E’ un romanzo sull’infanzia e la morte. Spero, senza retorica, senza
sentimentalismi, non è un romanzo familiare in senso stretto, piuttosto si
tratta di un racconto dove l’invenzione sta accanto al reale, ho cercato di
salvare i miei familiari dall’oblio della fine, ne ho fatto personaggi in grado
di competere, che so?, con un Don Chisciotte, con un Diabolik, con una Eva
Kant, come ha scritto Giorgio Vasta recensendolo ho cercato di “trasformare il
lutto in incanto” .
-Un libro che in questi giorni lei ha autocandidato al Premio Strega.
Dritto dritto nel cratere del veltronismo più paludato. Magari incontrando a
Villa Giulia la vestale dall'occhiale pensante Concita de Gregorio.
Sarà così?
Anni fa lessi un libro che si apriva con una citazione: “Se vuoi che t’aprano
conta fino a cinquantamilaquattrocentoventinove ma non chiedere mai permesso”.
Ecco, un artista non chiede il permesso per esistere, si prende da solo il
mondo, la realtà, e se è il caso sale sulla propria barricata poetica. Il resto è
clientelismo, magari dal volto umano trattandosi di personaggi di sinistra,
sono soprattutto questi ultimi a gestire gli indirizi, appunto, culturali e mediatici.
Verso Concita De Gregorio provo un senso di commiserazione, la stessa che si
può riservare a chi coltiva luoghi comuni edificanti, niente è più noioso dell’
idea del bene contrabbandata per sentire civile. D’altronde lei è lo specchio
di un pubblico privo di vero slancio liberatorio. L’unico argomento che certuni
hanno rispetto al mio mondo libero e radioso e colmo di eros esplicito è soltanto
un 730 più consistente.
-Ma parliamoci chiaro in cosa consiste questa P2 della sinistra chiccosa? E' Il
Bilderberg delle coscienze linde, il volto umidiccio del vuoto pneumatico, la
polizza assicurativa di un ceto parassitario?
O che altro?
E’ un sistema a garanzia del proprio interesse particolare, vale così a
sinistra come a destra, nel caso specifico c’è l’aggravante di avere
trasformato un pensiero che dovrebbe essere se non proprio “rivoluzionario”
comunque "progressista" in conformismo ricattatorio in nome del consenso.
Mentre dovere di un artista, di uno scrittore è d’essere, come diceva Pasolini,
“una contestazione vivente”.
-Situazionismo e Libertà. La corsa per la segretaria del Pd. Tutto ciò molto
patafisico. Patafisica pure l'attenzione che da diverso tempo certi ambienti
(parola orrenda ma è tanto per capirci) riconducibili a un'area non proprio di
sinsitra le stanno riservando?
Lei sta per esempio parlando con me, già fascio senza partito (e pure
Patafisico dal 2002 direttamente nominato dal Grande Satrapo Enrico Baj), ma
personalità ben più autorevoli del sottoscritto hanno dedicato interesse per il
suo lavoro. Ricordo solamente la polemica sul programma televisivo di Parenzo e
Cruciani.
E' un caso? C'è una destra libertaria-libertina e in molti non se ne sono
ancora accorti?
Esagero?
Sì, c’è una destra libertaria che risponde a un cosiddetto pensiero “non
conforme”, le ragioni della sua esistenza spesso non vengono indagate o si
tende ad associarle con la destra “reazionaria”, c’è semmai da chiedersi come
mai un autore come Louis-Ferdinand Céline che muore nel 1961 tra l’indifferenza
della stampa del tempo sia una voce poetica che resiste molto più di altre.
Detto questo, nessuno ti regala nulla. Io mi sono fatto dono di me stesso, il
massimo che si possa ottenere, come spiega Nietzsche. E poi il titolo di
Commandeur Exquis de l’Ordre de la Grande Gidouille del Collège de
‘Pataphysique vale più di un Nobel. Come diceva il Barone Mollet: “Non basta
non essere accolti in seno all’accademia, bisogna essere sicuri di non avere
meritato l’invito”.
-Cosa ne pensa della nascita di ideeinoltre.blogspot.it/, lo spazio virtuale
che ci ospita? Un blog che fa della ricerca del confronto la sua ragione d'esistere?
Che rimette le idee al centroa prescindere da dove provengono?
Ogni volta che una gazzella vorrebbe essere assunta presso un giornale, una
testata, un settimanale, una televisione ufficiale, ecco che arriva il leone
(mi pare che l'apologo faccia così, o no?) proprio il leone stronzo e gli dà un
pugno in culo e
in faccia e gli dice che se lo può togliere dalla testa. Bene, se non ci fosse
questo baracchino, questo blog ( o come cavolo si deve chiamare) saremmo tutti
più poveri e più soli, e il leone pugnalatore e inculatore della libertà espressiva e
perfino erotica sarebbe l'unico collocamento possibile, da oggi così non è più,
possiamo ritirare fuori il titolo de 'Avanti!' voluto all'indomani del varo del
governo di controsinistra (1963) - "Da oggi ognuno è più libero" - che poi le cose siano andate diversamente
poco importa, anche questo blog idealmente adesso può fare proprio quel titolo.
P. S. A chi adesso dirà che avrebbe preferito un'altra citazione citazione,
tipo, che so?, da Deleuze o da Vaneigem o dai Van Halen, diciamo che la
rivoluzione non prende mai le forme della prevedibilità più o meno spettinata,
dunque: da oggi...
-Chiudo con Musil: senso della realtà o senso della possibilità.
Cosa buttiamo dalla torre?
Giù dalla torre butto me stesso, però non mi sfracello perché nel frattempo ho
imparato a volare con indosso il costume da moschettiere del Settimo cavalleggeri, me l’ha insegnato
Gemma, mia madre, quando mi diceva: “Fulvio, sei ricco, hai la fantasia”.
“La patafisica: la scienza delle soluzioni immaginarie” (A. Jarry).
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