Un’opera di rara indicibile
intensità emotiva.
Ecco come mi è parso VDB23 Nulla è Andato Perso, la prima e
purtroppo ultima esperienza artistica della coppia Gianni Maroccolo / Claudio
Rocchi, ovvero Marok e ClaRock.
Due illustri personaggi del
panorama musicale italiano provenienti rispettivamente dai migliori paesaggi
sonori degli anni Ottanta e Settanta, che i casi della vita (ma nulla accade
davvero a caso) hanno fatto incontrare per scoprire amicizia e stima reciproca…
E per lavorare insieme ad un
progetto unico nel panorama musicale italico in un momento particolare per entrambi;
Proprio quando Marok ha deciso di appendere gli strumenti al chiodo di una buia
cantina, e ClaRock ha dovuto fare i conti con una malattia decisa a portarlo in
breve tempo su altri, più luminosi pianeti, lasciando il suo corpo il 18 Giugno
2013.
Ed un po’ di quella luce azzurra
di galassie lontane (il riferimento a Rigel è velato ma non è casuale) è
arrivata fino a lì, in Via dei Bardi 23 (da cui la sigla del progetto
finanziato attraverso Music Raiser) dove per Maroccolo tutto ebbe inizio una
quarantina d’anni orsono e tutto ricominciò con Claudio intorno al 2011
inoltrato, dopo qualche incontro illuminante dal punto di vista umano oltre che
musicale.
Nacque così l’opera dal sapore
elettroacustico, psichedelico, delirante che solo due artisti di tale caratura
potevano concepire.
Non sono soli, però.
Se per la maggior parte del
materiale Maroccolo s è occupato delle partiture e Rocchi delle liriche, al
progetto hanno poi partecipato una serie sterminata di artisti altrettanto
talentuosi (solo per citarne alcuni, Manuel Agnelli, Emidio Clementi, Carmen
Consoli, Jovanotti, Giovanni Lindo Ferretti, Franco Battiato, Cristina Donà),
ciascuno con il proprio contributo lirico, vocale o strumentale che sia.
Nonostante la malattia e la
partenza di Rocchi abbiano lasciato parte del materiale incompiuto ed
incompleto, Maroccolo ha saputo sapientemente portare a termine l’opera senza
modificarne drasticamente la forma, il contenuto e gli intenti iniziali. Solo,
si sono allungati molto i tempi di post produzione, fino a fine 2013. Unico
rammarico il fatto che non sia più possibile realizzarne una rappresentazione
dal vivo, che immagino dilatata e arricchita di volta in volta da nuove
collaborazioni e partecipazioni.
Dal progetto VDB23 esce un disco tanto bello quanto difficile da approcciare.
Del resto è quel che accade sempre quando ci si trova davanti ad un grande,
indiscutibile fascino.
E’ bella l’intera opera, nella
sua completezza, anche nel packaging realizzato a mano in edizione numerata,
autografata, personalizzata, con carta pregiata nepalese; Anche nelle edizioni
arricchite da un DVD con un paio di video sperimentali con animazioni e non, e
il making of del progetto e relativo libro allegato.
Dal punto di vista puramente
musicale, se Maroccolo imprime il suo marchio di fabbrica a base di bassi
suonati spesso con accordi, suoni elettronici mai scontati, e loop ritmici
fuori schema, Rocchi stende sul tappeto sonoro le sue illuminanti parole,
frutto di una ricerca spirituale lunga tutta una vita.
E proprio mentre la sua vita si
spegneva, Claudio è riuscito ad accendersi ed essere ancora più chiaro ed
eloquente che mai nell’esprimere le proprie convinzioni ed impressioni sulla
vita in ogni sua possibile accezione, intima, sociale, spirituale, religiosa.
Quando si parla del fuoco sacro
dell’arte, forse ci si riferisce proprio a situazioni rare se non uniche, come
quella di VDB23.
Qui non si trovano linee
melodiche immediate da canticchiare dopo il primo ascolto, o ritmi semplici e
ripetitivi. Il percorso è impervio, quanto meraviglioso, come scalare una vetta
dolomitica tra foreste fitte e rocce appuntite. Non è certamente un’impresa per
tutti. C’è il rischio di perdersi e ritrovarsi poi decisamente cambiati.
Ma chi voglia provare a
cimentarvisi (e doveva dichiararlo forte e chiaro anticipatamente aderendo
all’iniziativa e finanziandola prima ancora di conoscerne le evoluzioni…), scoprirà
un mondo interiore che forse aveva dimenticato, e degli scenari di vita
possibili, seppur dimenticati di questi tempi.
Ciò che più sconvolge carezzando
l’anima, non me ne voglia Maroccolo, sono certamente i versi illuminati di
Claudio. Commoventi i frequenti riferimenti al suo imminente distacco dal
corpo, sempre espressi in modo sereno, non drammatico, e positivo, eppure,
ancor più toccante.
C’è forza in ogni parola. C’è un
grande peso specifico nei discorsi, che sono potenziali macigni da scagliare contro
le coscienze dormienti o deviate dei nostri tempi moderni.
Eppure, tutto ciò che è stampato
nel libretto interno al CD non avrebbe così tanta efficacia senza le note e i
battiti che Maroccolo e Rocchi hanno concepito insieme ed affidato in parte agli
altri partecipanti al progetto.
L’elettronica tanto cara ai due
compositori, e la sperimentazione sonora intelligente ed originale che ne può
derivare sono il giusto veicolo per alleggerire le parole in volo verso l’anima
di chi ascolta, per poi farle esplodere nella coscienza.
Allargare l’area di coscienza. Un
concetto vecchio quanto la Beat Generation, anzi antico quanto l’uomo, eppure
mai troppo sviluppato in termini pratici.
Pochi come Rocchi hanno esplorato
il territorio infinito della propria coscienza, e mai come prima dell’incontro
con Maroccolo il frutto dei propri viaggi interiori si era mai rivelato così
chiaro ed efficace.
Qui, in queste tracce il confine
tra le visioni intime e collettive, personali e sociali, tra elettronica,
sperimentazione, Rock e Pop è felicemente abbattuto.
Cancellati i cieli tetri sotto
cui ci troviamo da tempo, gli sguardi vanno oltre, alle nebulose e alle stelle
luminose che danno nuova luce anche alle vicende umane del quotidiano.
All’unità del genere umano, ma anche alle proprie fragili individualità.
Quel che più sorprende in questa
opera sublime è l’efficacia della sinergia tra due artisti di estrazione
piuttosto differente, e tra loro e tutti gli altri partecipanti.
Duole constatare come il fenomeno
del Fundraising e del Crowdfunding e la volontà e fiducia incondizionata dei
fan renda possibile ciò che la discografia (esiste ancora?) non arriverebbe mai
nemmeno a intravedere.
La musica come arte sublime. Come
ai vecchi tempi, con suoni nuovi.
Non posso che essere felice di
figurare come “produttore”, tra i tanti sostenitori, di questa meraviglia.
Spiacente per chi, almeno al
momento, non potrà apprezzare tanta bellezza, anche se non si esclude la
possibilità di una futura stampa seriale, magari dai contenuti allargati.
MESSAGGIO PERSONALE A CLAUDIO
ROCCHI:
Carissimo Claudio, dopo averti
incontrato in diverse occasioni felici, ed aver condiviso con te certe buone
vibrazioni, avevo recentemente espresso in un altro mio scritto il dubbio se
fosse legittimo considerarmi tuo amico.
Era solo il timore di chi non è
ancora del tutto avvezzo alle aperture sentimentali, e non ama molto “definire”
situazioni, persone e sentimenti.
Ero però già certo di quanto tu
fossi stato per me, in certi momenti, una persona estremamente importante,
tanto da cambiarmi insieme ad altri artisti la vita in meglio.
Oggi, dopo aver ascoltato le tue
ultime parole su VDB23, non ho più alcun dubbio. Eravamo, siamo e saremo amici,
perché abbiamo tante affinità di pensiero, quelle che mi fanno vibrare ogni
volta che ti penso.
Non credo tu sia poi così
lontano. Credo semplicemente che tu ora sia ovunque, qui e là, oggi, ieri e
domani, senza più i vincoli di uno spazio e un tempo troppo stretti, di un
corpo, dei sensi, dell’intelletto, dell’Io e dell’Ego. Semplicemente immenso ed
eterno, come siamo tutti pur non riuscendo ad immaginarlo.
Non escludo nemmeno la
possibilità di altri incontri, che potrebbero avvenire prima che io venga da te
o che tu torni qui, sotto altre, nuove forme.
Sono convinto che il suono resta
il miglior veicolo energetico per esplorare altri mondi sconosciuti, e tu che
col suono e le vibrazioni hai attraversato una intera vita e tante soglie, non
avrai certo smesso di sintonizzarti su certe frequenze udibili. Dunque, fatti
sentire quando puoi!
A chi fosse interessato segnalo questi due link a miei precedenti articoli dedicati al progetto VDB23, quando ancora era in embrione, e a Claudio Rocchi, appena dopo la sua scomparsa.
RispondiEliminahttp://www.cinemartmagazine.it/2013/06/19/ciao-claudio/
http://www.cinemartmagazine.it/2012/12/16/claudio-rocchi-e-gianni-maroccolo-vdb23-nulla-e-andato-perso-cddvd/
Grazie per l'attenzione.
Andera, tu hai un dono prezioso. Tu sai scrivere come nessun altro! i tuoi pezzi suonano come vinili d'altri tempi....ed io mi perdo nella tua musica! Brugo
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